sabato 16 novembre 2019
Leggendo il titolo dell’articolo pensavate stessi scherzando ed invece, a dirla tutta, potrebbe essere una “buonissima” idea (in tutti i sensi).
Anche quest’anno avrà luogo la Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti, precisamente dal 19 al 27 novembre 2019.
La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) è un’iniziativa volta a promuovere la realizzazione di azioni di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti nel corso di una sola settimana e coinvolge una vasta gamma di pubblico: enti, imprese, società civile e cittadini.
La cosiddetta “SERR” consiste in una campagna di comunicazione ambientale atta a “pro-muovere”, una maggiore consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente.
L’accento è posto quindi sulla prevenzione e l’obiettivo è quello di inventare azioni creative, che ogni attore – compresi i singoli cittadini – metterà in atto allo scopo di ridurre i rifiuti.
Le azioni attuate nella SERR comprendono le “3 R” raffigurate nell’immagine qui sotto: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.
Le “3 R” rappresentano le opzioni che devono essere considerate prima dell’elaborazione di una strategia di gestione dei rifiuti.
Il tema di quest’anno, nello specifico è la riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi e vede presentate in Italia un totale di 4.419 azioni, alcune molto strane, altre più semplici, tutte molto originali.
Bello è soprattutto vedere coinvolte le scuole, le associazioni, gli studenti, gli inventori, le aziende.
Tra le schede tematiche che devono essere prese a riferimento per la presentazione delle diverse azioni e la loro organizzazione, ho scoperto anche quella de “Il pranzo a zero rifiuti”.
Qui ho visto molte iniziative, ma l’idea che mi è piaciuta di più è senz’altro quella che vede abbandonare il packaging accattivamente e talvolta poco biodegradabile per creare contenitori che, una volta svuotati del loro contenuto, si possano … mangiare.
L’ultima invenzione in fatto di involucri da sgranocchiare arriva dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che ha messo a punto una sorta di pellicola alimentare derivata dalla proteine del latte, come la caseina, che oltre ad essere naturale e biodegradabile è anche perfettamente commestibile.
Resa resistente grazie alla pectina estratta dai limoni o dalle mele, questo nuovo materiale è in grado di azzerare l’impatto dei nostri spuntini, permettendo inoltre una migliore conservazione dei cibi e un maggiore apporto di nutrienti.
Si stima che le prime pellicole ottenute dal latte possano arrivare sul mercato entro i prossimi tre anni, e che il loro avvento rivoluzionerà in modo significativo il nostro modo di concepire gli imballaggi per alimenti.
Mangiare gli involucri per non danneggiare il pianeta non è neanche un’idea dell’ultima ora, bensì una prospettiva che già in passato ha sortito risultati interessanti.
In questo senso si è distinto il giovane italiano Riccardo De Leo, la cui creatività e cura dell’ambiente hanno portato alla progettazione del “Domopak commestibile” che è stato anche premiato nella città di Uppsala, in Svezia, nel corso del congresso internazionale organizzato dalla “European Federation of Food Science and Technology”. (Qui l’articolo della premiazione).
La tesi di Riccardo De Leo, che si è laureato in Biologia all’Università di Modena e Reggio e oggi frequenta la scuola di dottorato in Scienze, tecnologie e biotecnologie agro-alimentari sempre ad UNIMORE, riveste un particolare rilievo se si considera che le tradizionali pellicole in plastica ammontano ogni anno a quasi 630 mila tonnellate e comportano costi rilevanti sia per la produzione che per l’eliminazione al termine del loro impiego. un packaging che può essere consumato come un cibo e diventa quindi competitivo con quello tradizionale.
Il riciclaggio del “food waste” permetterebbe una riduzione dei costi ed assicurerebbe una eco-sostenibilità che altri materiali, tra cui per prima la plastica, non possono garantire.
Fa sorridere pensare di mangiare le bottiglie o gli involucri delle merendine o degli snack, ma allo stesso tempo l’ho trovato geniale!
E voi, che cosa fareste per ridurre gli imballaggi? Io un’idea ce l’ho, date un’occhiata qui sotto
Cosa ne facciamo degli Imballaggi? Ce li mangiamo!
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