lunedì 12 giugno 2017
In che modo il fenomeno della compravendita di prodotti usati sta cambiando le nostre abitudini?
Ci troviamo in un periodo storico che è interessato da una fase di transizione molto importante. Stiamo infatti passando da un’economia di tipo lineare (produco, consumo, butto) ad una di tipo circolare (produco, consumo, riuso).
Tutto ciò implica un cambiamento graduale delle nostre abitudini, che ho scoperto avere un riscontro reale nel boom della Second Hand Economy (o Mercato dell’Usato per dirla in italiano).
Provo a spiegarti meglio di cosa si tratta.
Anche solo a sentire il termine “Seconda Mano”, in molti penseranno già al classico mercatino di quartiere dove vengono esposti curiosi pezzi di antiquariato o cianfrusaglie di poco valore e qualità.
Ebbene, questa concezione rappresenta il passato ed è una vecchia idea di “usato”.
Il “Second Hand” nel 2016, ha rappresentato un vero e proprio mercato per l'Italia che è valso 19 miliardi di euro (l’1,1% del PIL). Grazie alla spinta sempre più robusta del web e alla digitalizzazione dei processi d’acquisto, vede crescere inesorabilmente il proprio volume d’affari, giustificando in pieno l’accezione di “Economia dell’Usato”.
La Second Hand Economy in Italia, è valsa 19 mld di euro nel 2016 (1,1% del PIL)
Sin da bambino, ho sempre evitato di comprare oggetti usati perché essere il primo e solo proprietario di un bene è stata l’unica filosofia con la quale mi sono confrontato e che, di conseguenza, ho accettato.
Va da sé, che la società di 20/30 anni fa non si era ancora scontrata con i temi della sostenibilità, del riciclo e dell’economia circolare e quindi era essa stessa una promotrice del sistema “produci, consuma, butta”.
Maturando ed entrando in contatto con realtà e tematiche sensibili al riciclo ed alla cura dell’ambiente, ho scoperto la necessità di riutilizzare le risorse che abbiamo a disposizione ed in questo senso ho abbracciato la filosofia del “compro e vendo usato”.
Se è sbagliato attirbuire la crescita del mercato di "Seconda Mano" solamente alla crisi economica, è giusto osservare anche una serie di numeri strabilianti.
I dati della ricerca Doxa commissionata da Subito.it, il più grande sito italiano di compravendita dell’usato, stabiliscono che nel 2016 il volume di affari del Second Hand è aumentato di 1 miliardo di euro rispetto all’anno precedente, di cui 330 milioni solo su internet.
È chiarissima dunque l’inversione di rotta, ora comprare oggetti usati è una pratica socialmente accettata,non solo per necessità, ma anche per volontà propria.
Alla luce di questo trend in aumento, posso affermare di essermi evoluto e di essere maturato di pari passo con l'evoluzione della società degli ultimi 20 anni per quanto riguarda le pratiche sostenibili (raccolta differenziata, riciclo, riparazione e molte altre).
L’evoluzione della società verso abitudini più sostenibili, ha prodotto risultati davvero interessanti.
Leggendo questo articolo di GreenNews.info, ho scoperto infatti che i profili dei consumatori “Second Hand”, variano in base alle loro esigenze, ideologie ed ovviamente disponibilità economiche.
Sempre grazie ai dati della ricerca Doxa, è incredibile notare come siano trasversali le motivazioni dei consumatori tipo.
Ciò che mi colpisce di più è che, nonostante queste tipologie di consumatori abbiano princìpi e convinzioni totalmente diverse tra loro, la scelta finale converge sempre più frequentemente sull’usato, ovvero su un mercato più sostenibile, più vicino all’economia circolare.
Un altro segnale di come le nostre abitudini stanno cambiando ora e continueranno a farlo in futuro.
Il titolo di questo paragrafo è la domanda regina di tutti coloro che ancora non hanno acquisito fiducia nel mercato dell’usato.
Perché se il vantaggio economico è quello più facilmente (e velocemente) riconoscibile, (circa 900 €/anno di guadagno per chi vende online) ci sono altri aspetti positivi che non vediamo, ma che hanno un impatto fortissimo sulla nostra società e sull’ambiente.
Ti basti pensare ai benefici che ne traggono le imprese le quali, avendo una responsabilità sociale sui propri prodotti, puntano ad un utilizzo più razionale delle materie prime, permettendo un’ottimizzazione dei costi di produzione.
Ma se ancora non ti sei convinto della forza di questo mercato, come già accennavo all’inizio dell’articolo, il Second Hand segna il passaggio ad un’economia di tipo circolare, dove le risorse non si buttano ma si riciclano, si riutilizzano.
In questo modo si diminuiscono le emissioni di CO₂ per la produzione di nuovi beni di consumo. Come è possibile leggere nell'articolo de “La Stampa”, si stima che il mercato dell’usato in Italia nel 2016 abbia permesso di risparmiare l’emissione di 6 milioni di tonnellate di gas serra, pari a 6 milioni di viaggi andata/ritorno Roma-New York. (fonte: The Second Hand Effect: Il Report 2016 - Subito.it)
Che ne dici, non sembra male questa economia circolare vero?
Perchè comprare (e vendere) usato? | |
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Come ultima analisi vorrei proporti il dato, su quali sono le categorie merceologiche più interessate dal fenomeno degli acquisti di “Seconda Mano”.
Abbiamo visto dunque che le abitudini degli italiani stanno virando, seppur più lentamente rispetto agli altri cittadini europei, verso un’attenzione maggiore per l’economia circolare grazie alla “Second Hand Economy”.
E tu, che rapporto hai con il mercato dell’usato?
Raccontami la tua esperienza o lascia la tua opinione nel modulo qui sotto.
Tutti i dati numerici presenti in questo articolo sono stati tratti dalle seguenti fonti:
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La Second Hand Economy prende quota in Italia
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