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Decreto Ronchi: cos’è cambiato nella gestione dei rifiuti dal 1997?

Prima di tutto: cos’è il Decreto Ronchi?

Il Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n° 22, conosciuto come “Decreto Ronchi”, venne emanato per rendere efficaci le direttive europee sui rifiuti urbani, sui rifiuti pericolosi e sugli imballaggi.
Questa legge, rappresenta il principio cardine della gestione dei rifiuti nel nostro paese, fino a quel momento frammentata, e stabilisce delle norme precise per:

  • Ridurre la produzione dei rifiuti;
  • Incentivare il recupero ed il riciclo;
  • Aumentare la coscienza ambientale dei cittadini;
  • Creare una collaborazione attiva tra imprese e comuni;

La vera innovazione del Decreto Ronchi, fu però l’introduzione di un sistema più equo di tassazione per la produzione dei rifiuti, il cosiddetto principio del “Chi più inquina, più paga”.
Con questo concetto, vennero stabiliti diversi importi da pagare a seconda della quantità di rifiuti  prodotti e dell’attività svolta, che è quanto accade ora con la IUC (tassa che ha cambiato vari nomi nel tempo, prima TIA, poi TARES e TARI, …)

Quali sono i vantaggi per chi compatta i rifiuti?

Il Decreto Ronchi oltre ad aver creato norme ben definite, ha portato anche grandi vantaggi per coloro che dimostrano di agevolare lo smaltimento ed il riciclo dei rifiuti produttivi.
Per esempio, chi compatta gli scarti con le presse Mil-tek (ovvero applica un pre-trattamento volumetrico), può ottenere diverse riduzioni della tariffa se il conferimento dei rifiuti viene affidato ad un servizio privato.
In questo modo si esonera l’ente pubblico dalla raccolta, portando benefici in termini economici.
Inoltre, è interessante notare che l’avvio a riciclo del materiale compattato viene premiato con ulteriori riduzioni. La compattazione dei rifiuti infatti fa bene all’ambiente, in quanto riduce i trasporti presso i centri autorizzati e di conseguenza le emissioni di CO₂.

Quali risultati ha portato il decreto?

Secondo i dati forniti da ISPRA, alla fine degli anni ’90 la gestione dei rifiuti in Italia era inefficace e confusa. Basti pensare che la raccolta differenziata si attestava al di sotto del 9% e l’80% dei rifiuti solidi urbani (21,3 MTon) veniva smaltito ancora in discarica.

Ai giorni nostri la situazione è diventata più ordinata ed efficace. Nonostante l’aumento della quantità di rifiuti prodotti, lo smaltimento in discarica è diminuito del 26% e la differenziata ha raggiunto il 47,6%. Inoltre, la quantità di scarti recuperati è passata da 13 Mton a 83,4 MTon.

La nascita del Conai

Tra i meriti del Decreto Ronchi, c’è la creazione di un sistema di raccolta e riciclo dei rifiuti, regolato dal consorzio unico CONAI e dai vari consorzi di filiera (COREPLACOMIECORICREACIALRILEGNOCOREVE).
Fin da subito, l’obiettivo di questo nuovo sistema di consorzi, fu quello di collaborare con i comuni per  ottimizzare il conferimento e lo smaltimento degli scarti.
In sintesi, ad ogni comune viene versato un corrispettivo economico legato ai risultati ottenuti nella raccolta e nel riciclo dei materiali conferiti. Una svolta epocale, se pensiamo alla situazione “pre-Ronchi”.

Il compleanno di una legge storica

In occasione del ventesimo compleanno del Decreto Ronchi si è tenuto un convegno alla Camera dei Deputati per “celebrare” questo importante avvenimento.

Nell’articolo dedicato all’evento (link alla notizia completa), è interessante sottolineare un passaggio significativo dell’intervista ad Edo Ronchi: “Con quella riforma scegliemmo di anticipare, non senza difficoltà, gli indirizzi europei sulla gestione dei rifiuti, assegnando una netta priorità al riciclo rispetto al largamente prevalente smaltimento in discarica e all’incenerimento di massa. Quella riforma ha consentito di far decollare l’industria verde del riciclo dei rifiuti”.

In pochi anni l’Italia è diventata leader a livello europeo per tasso di avvio al riciclo dei rifiuti, salendo al primo posto con l’83,2% di rifiuti urbani e speciali riciclati dell’anno 2020. Questo dato è sbalorditivo, se pensiamo che la media europea è del 39,2%. (dati di Assoambiente)

Uno sguardo verso il futuro

E se il presente si dimostra ampiamente positivo, il futuro non vuole essere da meno.

Le Direttive europee in corso di approvazione, alzano infatti i target di riciclo e raccolta differenziata e spingono per un rafforzamento degli impegni riguardanti:

  • La qualità della raccolta differenziata;
  • Le procedure di ritiro e riciclo degli scarti;
  • La riduzione dell’impatto ambientale di alcune tipologie di rifiuti;

Possiamo affermare che 20 anni fa il Decreto Ronchi aprì la strada con misure essenziali e necessarie per una moderna gestione dei rifiuti.

Ora, grazie alla partecipazione diretta di cittadini ed aziende e all’efficienza dei sistemi di raccolta e riciclo, è possibile raggiungere traguardi virtuosi ed ambiziosi, senza mai dimenticare da dove si partì nel 1997.

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