La TARIP conviene se sappiamo sfruttarla
In molti comuni d’Italia si cerca di cambiare la gestione e la tassazione sui rifiuti, seguendo la direttiva europea 851/2018, parte del Pacchetto sull’economia circolare, che inserisce la tariffa puntuale tra gli strumenti economici italiani. In particolare l’art. 1 comma 668 della Legge di stabilità 2014 (L. 147/2013) ha riconosciuto la possibilità, per i Comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti, di prevedere una tariffa corrispettiva (TARIP) invece di quella contributiva della TARI.
Con questo sistema si può risparmiare sulla tassa sui rifiuti limitandone la quantità e migliorandone la qualità.
Il rapporto sui rifiuti urbani dell’ISPRA ci dice che nel 2020 1.001 comuni hanno aderito al sistema di tariffazione puntuale, soprattutto al nord (961 comuni), con un risparmio che varia dall’8 al 12% sulle tasse dei rifiuti.
Non si hanno ancora dati esaustivi sul risparmio che si ha con la tariffa corrispettiva sui rifiuti nelle aziende, ma sappiamo che è proporzionata ai rifiuti emessi e che sostanzialmente dipende da noi.
Ecco perché la TARIP piace così tanto alle aziende.
La TARIP sostiene l’economia circolare
Una corretta gestione amministrativa ed operativa del ciclo dei rifiuti, secondo i dettami del Decreto Ronchi, parte dalla scelta dei prodotti da acquistare. Ogni azienda, grande o piccola che sia, tenderà a usare prodotti che generano meno rifiuti possibile, per risparmiare sui volumi di rifiuti da gettare. Meno imballaggi, meno materiali non riciclabili, più risparmio a beneficio dell’economia circolare a impatto zero.
La TARIP promuove la sostenibilità aziendale
Sapere che le spese variano anche in base ai rifiuti non riciclabili da smaltire, ci spinge a selezionare meglio i rifiuti riciclabili, creando un circuito virtuoso di raccolta e smaltimento in ogni fase di produzione. Sono sempre di più le aziende che prestano la giusta attenzione alla gestione dei rifiuti con l’obiettivo di zero emissioni, attivando nuove pratiche utili, come ad esempio la waste audit.
La TARIP è più equa
Avere finalmente la libertà di gestire le proprie spese anche in termini di tasse sui rifiuti è davvero un sollievo! Pensiamo a tutte quelle aziende che sono rimaste ferme durante il lockdown o che sono in difficoltà per la crisi energetica… con la tariffa proporzionata ai rifiuti generati, invece della tassa contributiva, potranno risparmiare cifre importanti in un periodo di difficoltà.
Come viene calcolata la TARIP per le aziende private
La tariffa della Tari puntuale è così composta:
- quota fissa: calcolata in base alla superficie dell’immobile;
- quota variabile, rapportata al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, che comprende:
- svuotamenti minimi del rifiuto secco non riciclabile: per ogni utenza sono addebitati un numero fisso di svuotamenti minimi all’anno, basato sulla tipologia di contenitore richiesto dalle utenze non domestiche;
- eventuale addebito ulteriore in base al numero di svuotamenti effettivi: una volta conteggiati gli svuotamenti del contenitore di secco non riciclabile realmente effettuati dall’utente nell’arco dell’anno, nella prima bolletta dell’anno successivo viene addebitato un costo a conguaglio per ogni svuotamento che abbia superato il numero fisso di svuotamenti minimi annuali previsti.
Per questo motivo è buona pratica compattare i rifiuti il più possibile, in modo da limitare il numero di svuotamenti. Scegliere di utilizzare un compattatore per rifiuti misti, come ad esempio la XP200s, significa ridurre il volume dei rifiuti con un rapporto di 10:1 e ottenere un notevole risparmio economico ed ecologico.
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